Capitolo 1.


     Bruce aveva ancora un corpo temporaneo. Aveva soltanto cinquant'anni e avrebbe potuto vivere in quel corpo per almeno altri centocinquanta. Sapeva che al termine del suo ciclo biologico, la sua mente sarebbe stata trasferita in un corpo artificiale come quello degli altri Immortali, ma l'idea non gli piaceva molto anche se si rendeva conto che sarebbe stato inevitabile. Era consapevole che quel trasferimento sarebbe stato indispensabile altrimenti la sua mente si sarebbe perduta in uno degli strati più esterni dell'universo di cui si sapeva poco, ma l'idea di dover lasciare Nuova Terra, non gli piaceva. Quel pianeta era rimasto l'ultimo adatto alla riproduzione umana dopo la catastrofe che aveva distrutto la Terra.
Il Sole se l'era mangiata assieme a Mercurio e Venere e poi era esploso trasformando tutto il suo sistema in una scia di briciole.1 Molte altre specie si riproducevano su altri pianeti ma gli umani avevano le strutture e le condizioni ambientali per far proseguire l'esistenza della loro specie soltanto su Nuova Terra. Dalla prima colonizzazione, avvenuta mille anni prima, il pianeta era molto cambiato.
La presenza di dieci miliardi di esseri umani con il corpo temporaneo aveva richiesto profondi cambiamenti sulla superficie e anche nel sottosuolo. Due milioni di Immortali si occupavano della produzione dei corpi artificiali e un altro milione era addetto alla sicurezza ma era lui la massima autorità sul pianeta ed era lui che doveva prendere le decisioni importanti dopo essersi confrontato con il Consiglio degli Anziani. Bruce era stato elevato al rango di Primo ed era l'unico sul pianeta con la facoltà di prendere decisioni come fosse un monarca assoluto. La sua, però, non era una carica ereditaria e nemmeno elettiva. Il Primo veniva scelto dal Centro per i Trattamenti Mentali, sulla base di caratteristiche cerebrali tali da rispondere adeguatamente a determinati requisiti richiesti per la sopravvivenza e il progresso della specie. Nello stesso modo venivano selezionati i membri del Consiglio degli Anziani che fungevano da consulenti per il Primo. Questi venivano scelti tra gli umani il cui corpo si stava avvicinando alla fine del ciclo biologico e, una volta raggiunto, le loro menti sarebbero state trasferite in corpi artificiali e avrebbero lasciato Nuova Terra.

La Federazione, secondo le Antiche Leggi, aveva il compito di colonizzare l'intero universo con gli Immortali. I loro corpi non si degradavano ed era sufficiente una adeguata sorgente di energia per ricaricarli periodicamente e assicurare così una vita operativa praticamente eterna. Questo permetteva loro di viaggiare per secoli con le astronavi a curvatura e raggiungere pianeti, anche lontanissimi, non raggiungibili dalle Porte. Inoltre, la loro struttura corporea li metteva in grado di sopravvivere anche su pianeti in cui le condizioni ambientali sarebbero state impossibili per qualsiasi essere vivente. Non avevano bisogno di un'atmosfera respirabile e potevano resistere a temperature estreme. La loro vita dipendeva esclusivamente dalla disponibilità di energia per ricaricarsi che, nella maggior parte dei casi veniva ricavata dalle emissioni della stella più prossima. Molti chiedevano di essere trasferiti nei corpi artificiali prima del tempo previsto, ma Bruce non lo avrebbe mai fatto perché amava quel pianeta e voleva rimanerci il più a lungo possibile. Nuova Terra era stata colonizzata mille anni prima, dal famoso Ammiraglio Gordon, le cui gesta riempivano gli archivi storici.

Quando arrivarono i primi coloni, sul pianeta era presente una fauna variegata, con la presenza anche di grandi rettili e feroci mammiferi predatori ai vertici della catena alimentare. A causa di ciò, i primi colonizzatori furono costretti a vivere all'interno di cupole protettive disseminate per tutto il pianeta e collegate tra di loro da corridoi protetti e sicuri. Con l'aumentare della presenza umana e volendo preservare tutte le specie autoctone, la situazione si invertì. Furono create, nel corso dei secoli, delle riserve naturali in vaste zone del pianeta dove gli animali potevano vivere liberamente, ma delimitandole con barriere invisibili e invalicabili. Il rimanente territorio rimase libero e sicuro per gli insediamenti umani.
Bruce era affascinato da quei territori selvaggi dove la vita era rimasta com'era alle origini, prima dell'arrivo degli umani. Spesso oltrepassava la barriera e si addentrava da solo in quei luoghi, a bordo di una vecchia aeromoto. Rimaneva immobile nell'aria, a osservare i giganteschi rettili carnivori e i grossi felini con le zanne a sciabola aggirarsi nelle pianure in cerca di prede. Nel deserto, al di là delle montagne vulcaniche, la Porta era in funzione e collegava istantaneamente Nuova Terra con altri mille e ventitré pianeti sparsi nell'universo.
La Grande Porta Temporale invece, era custodita nel locale sotterraneo dove era stata trovata mille anni prima, dall'Ammiraglio Gordon. Quella Grande Porta permetteva di spostarsi nel tempo oltre che nello spazio. Si sapeva anche che permetteva di uscire dallo strato dell'universo dove si trovava e di accedere agli altri, più esterni. Una antica legge impediva tassativamente l'uso di quella porta e da allora non era mai stata utilizzata, nemmeno per scopi scientifici. Era custodita da un Immortale, il Guardiano della Porta, che avrebbe obbedito soltanto al Consiglio della Federazione.
Quel divieto era impresso nella sezione delle Antiche Leggi dell'archivio storico. Gli Antichi avevano deciso che non ci sarebbero mai più stati viaggi negli altri strati dell'universo e che gli umani e le altre specie intelligenti avrebbero dovuto colonizzare, completamente e per sempre, quello che chiamarono lo Strato Uno, il loro universo.

Bruce era molto curioso di conoscere i motivi che avevano indotto gli Antichi a proibire l'uscita dallo Strato Uno dato che nelle Antiche Leggi non era spiegato il motivo ma soltanto imposto il divieto. Aveva consultato diverse volte tutti le informazioni disponibili sull'argomento ma non era mai stato in grado di scoprire nulla. Veniva soltanto riferito che chiunque terminasse il proprio ciclo biologico senza prima aver trasferito la propria mente in un corpo artificiale, non avrebbe più avuto la percezione del proprio io e la sua mente sarebbe stata assorbita nello Strato Due, andando perduta per sempre. Non c'erano informazioni né di che cosa ci fosse in quello che chiamavano Strato Due né dove si trovasse e questo lo incuriosiva ancora di più.
Gli scienziati che avevano ipotizzato un universo a cipolla, formato da vari strati concentrici, avevano in seguito confermato con diversi esperimenti che quella ipotesi era valida e spiegava molti fenomeni che non erano mai stati compresi prima. Nella documentazione contenuta negli archivi, quella teoria era soltanto delineata per sommi capi, almeno nei documenti accessibili normalmente. Il primo ad aver formulato quella ipotesi fu uno scienziato di nome Wiesenthal e la sua preziosa mente era stata tra le prime ad essere trasferita in un corpo artificiale.
Bruce avrebbe voluto parlarne con l'Ammiraglio Gordon di persona, ma non aveva la minima idea in quale parte dell'universo si trovasse. Con il suo corpo artificiale avrebbe potuto essere su qualsiasi pianeta anche non vivibile per un umano. Gli antichi Immortali non comparivano più negli archivi di Nuova Terra poiché, dopo cinquant'anni dal loro trasferimento nel nuovo corpo, tutti i dati venivano cancellati e, molto probabilmente, conservati altrove. Gli archivi di Nuova Terra non erano autorizzati a conservare più a lungo quelle informazioni perchè divenivano di competenza Federale.

La Federazione riuniva tutti e milleventiquattro mondi collegati dalle Porte e, accedere a tutti i suoi archivi, non era semplice. Era governata da un Gran Consiglio formato da cinque membri per ogni specie e presieduto a rotazione da un rappresentante di ogni specie. Gli umani avevano dieci rappresentanti, ma non ne erano avvantaggiati, perchè le decisioni dovevano essere prese all'unanimità dopo lunghi confronti mentali tra tutti i membri. Alla fine un potente computer biologico coordinava tutte le varie opinioni, riassumeva il tutto ed emanava la legge. Bruce sapeva che una richiesta di informazioni come quelle che cercava lui avrebbe dovuto essere elaborata dal super computer e poi approvata da un alto funzionario del Consiglio. L'Ammiraglio Gordon era un personaggio troppo importante e le informazioni che lo riguardavano non potevano essere diffuse senza un motivo più che valido.
Il Gran Consiglio della Federazione si trovava sul pianeta Uluth che, ovviamente, era collegato da una Porta come tutti gli altri della Federazione. Bruce decise di fare un tentativo e pensò che sarebbe stato meglio andarci di persona piuttosto che mandare un drone messaggero attraverso la Porta. Era da tanto che non lasciava il pianeta e l'idea di un viaggio non gli dispiaceva.
Si alzò dalla sua comoda poltrona a cuscino magnetico, che era un pezzo di antiquariato che amava particolarmente e si avvicinò alla grande vetrata del suo ufficio, che occupava l'intero trecentesimo e ultimo piano della torre dell'Amministrazione Planetaria di Nuova Terra. Rivolse lo sguardo verso la zona selvaggia protetta dalla barriera invisibile ma non vide aggirarsi nessun animale.
Era stato deciso di far arrivare la riserva fino ai confini della città per evidenziare il connubio tra l'antico e il moderno. La conservazione delle origini selvagge del pianeta vicine all'attualità iper-tecnologica. Spesso gli abitanti si soffermavano ai limiti della barriera per ammirare qualche bestione di passaggio e sobbalzavano col cuore in gola nel vedere un grosso predatore andare a sbattere contro la protezione nel tentare di ghermirli. Sentirsi preda di un enorme e famelico Gigantosaurus o di un feroce Smilodonte, la grande tigre dai denti a sciabola, provocava sempre un'intensa emozione anche sapendo che la barriera era assolutamente inviolabile.
Bruce ritornò sulla sua poltrona e attivò il microscopico comunicatore, che aveva sotto pelle al polso sinistro, per far predisporre il viaggio. Con un tono cordiale come sua abitudine, spesso considerato inconsueto dai suoi sottoposti data l'alta carica che ricopriva, si rivolse all'assistente:
«Jordan, devo andare su Uluth, dovresti predisporre il mio trasferimento attraverso la Porta.»
L'assistente era stato un alto ufficiale della Sicurezza sulla Terra e la sua mente era stata trasferita molti anni prima in un corpo artificiale di categoria A, che disponeva di prestazioni fisiche eccezionali.
«Quando vuole partire, signore?»
Rispose prontamente l'assistente. Bruce pensò qualche secondo e si disse che sarebbe stato inutile rimandare visto che al momento non aveva impegni istituzionali urgenti e rispose: «Domani mattina.»
Si rilassò sulla poltrona meditando sul più efficace metodo di ricerca da adottare una volta su Uluth. Il suo scopo era quello di riuscire a parlare con l'Ammiraglio Gordon ma sarebbe stato altrettanto utile farlo con qualcuno dei suoi storici collaboratori e, mentalmente stilò una lista, riferendosi alle informazioni che aveva in archivio. Giorgio Relli, il leggendario membro dell'antichissimo Consiglio della Fenice. Lucius, che Gordon aveva fatto viaggiare nel tempo per assicurarsi la sua preziosa collaborazione. Wiesenthal che per primo aveva ipotizzato la conformazione a cipolla dell'universo. Weissman che aveva coordinato il team di scienziati. Inoltre c'erano alcuni scienziati ripescati dall'antichità che erano stati coinvolti nella formulazione di quelle ipotesi fondamentali per la scienza. Ognuno di loro avrebbe potuto soddisfare la sua curiosità.

Confidando nella sua autorità di Primo di Nuova Terra, si preparò a partire. Non era il suo primo viaggio attraverso la Porta ma il pensiero che il suo corpo venisse sbriciolato e poi ricomposto a milioni di anni luce di distanza, gli creava sempre un certo disagio anche se era consapevole che era un processo che avveniva da secoli e non si era mai verificato alcun incidente.

Uscì dal toroide della Porta e venne accolto dal personale di guardia al quale esibì le sue credenziali che sortirono subito un certo effetto. Il Primo di un Pianeta meritava un'attenzione particolare. Un nativo di Uluth con l'uniforme nera della Federazione, lo salutò con deferenza e gli chiese:
«Dove è diretto signore?»
La sua autorità gli permise di non rispondere e disse seccamente:
«Mi procuri un velivolo di servizio, per favore.»
L'uluthiano, forse per farsi perdonare la domanda indiscreta, gli fece trovare all'uscita, un lussuosissimo aerotrasporto a gravità inversa, del tipo che normalmente era riservato alle più alte cariche della Federazione. L'assistente di volo lo fece accomodare su una soffice poltrona e gli chiese se volesse qualcosa da bere o fare uno spuntino. Bruce guardò la giovane assistente che si era inginocchiata a due passi dalla sua poltrona e attendeva i suoi ordini. Era una uluthiana ma avrebbe potuto passare benissimo per una di Nuova Terra se non fosse stata così alta e non avesse avuto i padiglioni auricolari leggermente appuntiti. La trovò comunque molto carina nella sua attillata uniforme bianca. Pensò che le sceglievano attraenti e servizievoli per allietare il volo dei passeggeri importanti che utilizzavano quel mezzo di trasporto.
Le rispose con un mezzo sorriso:
«No, grazie non voglio nulla. Informi il pilota di portarmi al Complesso Galaxy.»
La giovane si alzò in piedi, era altissima, sicuramente al di sopra della media delle uluthiane e, con uno smagliante sorriso, perfettamente in linea con l'addestramento ricevuto, gli rispose:
«I suoi desideri sono i miei desideri, signore. Informo subito il pilota»
e scomparve nella cabina di pilotaggio. Un paio di minuti dopo, sentì il velivolo sollevarsi silenzioso, con una leggera inclinazione.
Conosceva il Complesso Galaxy per averci soggiornato alcune volte in passato. Era un lussuoso complesso abitativo situato in una torre di duecento piani non distante dal gruppo di torri che formavano la sede del Governo della Federazione. In genere era frequentato da alti funzionari in visita al Governo, provenienti da tutti i mondi federati. Durante il tragitto si mise a pensare quale delle sueò vecchie conoscenze gli potrebbe essere utile. Si ricordò di Chad, un suo coetaneo di Nuova Terra assieme al quale aveva frequentato l'Accademia Spaziale molti anni prima e che sapeva essere rimasto nella flotta, mentre lui si era congedato per intraprendere la carriera diplomatica. Non sapeva che incarico avesse Chad attualmente ma lo avrebbe rintracciato col suo numero identificativo personale.

Il velivolo si posò sulla pista alla sommità della torre e scese accompagnato dal deferente saluto dell'assistente di volo. Il personale della torre era stato evidentemente avvertito dal pilota che un Primo sarebbe arrivato per alloggiare al Galaxy e un addetto all'accoglienza lo stava aspettando sullo spiazzo. Il giovane incaricato, vestito con un'elegante tunica all'ultima moda, gli si rivolse con la consueta deferenza:
«Benvenuto signore. Sono stato incaricato di accoglierla e di soddisfare qualsiasi sua esigenza. Di quale tipo di alloggio necessita? Prevede di avere ospiti?»
Mentre entravano nell'altana di fronte alla pista di atterraggio, Bruce rispose:
«Voglio un alloggio solamente per me, in un piano tranquillo e non voglio essere disturbato. Non prevedo riunioni con altre persone.»
Si fermarono davanti alla porta di accesso di uno dei numerosi ascensori che si aprì immediatamente. Entrarono e il giovane disse:
«Benissimo, signore. La accompagno al piano 99. Si trova in una propaggine della torre e ha gli ascensori riservati che lo collegano direttamente sia al piano terra che alla pista di volo. È il piano più riservato e discreto del complesso.»
Giunsero in una manciata di secondi al piano 99 e l'assistente lo accompagnò fino alla porta del suo appartamento, che si aprì automaticamente.
«Troverà tutto quello che le può servire e, per qualsiasi esigenza, può chiamare l'Accoglienza direttamente col suo comunicatore personale. Le auguro un piacevole soggiorno.»
L'appartamento era enorme, quasi metà del suo ufficio su Nuova Terra, che occupava un piano intero dell'edificio. Sorrise dentro di sé pensando che, se avesse chiesto un appartamento dove ricevere ospiti o indire delle riunioni, chissà che cosa gli avrebbero messo a disposizione. Guardandosi in giro notò che nella stanza principale c'era un altro ascensore privato che, come annunciato dal giovane addetto, portava direttamente al piano terra o all'altana.
Era arredato all'antica con pesanti mobili di legno scuro che richiamavano il passato di tanti secoli prima e che contrastavano con gli accessori iper-tecnologici come la cucina e il bar automatici, il bagno a ultrasuoni e una piccola piscina con onde artificiali. Un generatore di immagini 3D era sistemato nel centro del locale, di fronte a due enormi divani. In un angolo era immobile un robot servitore dalle sembianze umanoidi che avrebbe potuto attivare vocalmente pronunciando la sigla luminosa che appariva sulla sua fronte, ma decise di non utilizzarlo per il momento. Preferì, invece, immergersi nella piscina, dopo aver attivato il dispositivo che provocava il turbinio dell'acqua, per rilassarsi e pensare. Inserì il numero identificativo di Chad nel comunicatore richiedendo la video chiamata e, nell'attesa, si allungò nella vasca chiudendo gli occhi in pieno relax.
Dopo qualche minuto apparve un'immagine olografica con il volto dell'amico e una voce allegra e squillante disse:
«Ciao Bruce, come stai? È da tanto che non ti sento, va tutto bene?»
Si scosse dal torpore e rispose:
«Ciao Chad, sto benissimo. Dove sei? Vorrei parlarti, quando ci potremmo vedere?»
Il volto nell'immagine sghignazzò:
«Vuoi forse presentarmi quella uluthiana che hai di fronte a te nella vasca?»
«Potrei anche farlo»
rispose sorridendo e aggiunse:
«Sono al Galaxy, ce la fai a raggiungermi?»
La risposta gli giunse sempre ridacchiando:
«Se è bella ti raggiungo per cena»
e chiuse la comunicazione. Soddisfatto di aver rintracciato subito il suo amico, uscì dalla vasca e si avvolse in un morbido telo assorbente. Nell'appartamento era disponibile una sartoria automatica di ultima generazione. Si mise nudo nello scanner e scelse un'uniforme del tipo usato su Nuova Terra, con una semplice decorazione che indicava chiaramente il suo rango. Era meglio evidenziarlo, si disse.
L'uniforme gli calzava perfettamente e, nonostante sapesse dell'esistenza di quelle nuove macchine, si stupì per la rapidità e per la perfezione con cui era stata confezionata per lui quell'uniforme.
Doveva attendere l'ora di cena per incontrare Chad. Si accomodò su uno dei due enormi divani per sentire le ultime notizie sul Consiglio della Federazione e attivò il generatore di immagini 3D. Era un modello che non aveva mai visto. Al Galaxy evidentemente mettevano a disposizione dei loro ospiti tutta la più avanzata tecnologia. Guardando meglio il pannello di comando, la sua attenzione venne richiamata da un pulsante con impresso un cuoricino. Incuriosito, lo premette e apparve un ologramma con delle opzioni che chiedevano di scegliere sesso, razza, età, conformazione somatica. Pensò che l'offerta del Galaxy agli ospiti prevedesse anche immagini erotiche e, anche se non aveva in mente divertimenti di quel tipo, per pura curiosità scelse, femmina, Nuova Terra, 40 anni, formosa.
Apparve una splendida donna, come aveva chiesto, vestita con una corta tunica che copriva a malapena le sue forme procaci. Si meravigliò dell'immagine così realistica, ma rimase stupefatto quando la donna gli si avvicinò e gli toccò la mano, dicendogli con una voce sensuale:
«Buona vita! Sono Zeina...»
Si riebbe dallo stupore e si accorse che era un'immagine tridimensionale ma toccandola dava la sensazione di un corpo vero e reale. Immaginò quali prestazioni fosse in grado di offrire agli ospiti ma non voleva distrazioni in quel momento perchè voleva prepararsi il discorso da fare con Chad.
Dopo si diede dello stupido ma, prima di spegnere tutto, salutò educatamente Zeina con un "ciao", anche se era solo un sofisticato ologramma.
Ogni appartamento del Galaxy era fornito di una cucina automatica dove gli ospiti potevano chiedere qualsiasi specialità di qualsiasi pianeta. Per i nostalgici dei vecchi tempi, però, avevano previsto al secondo piano un ristorante tradizionale con veri cuochi e veri camerieri. La grande sala era arredata come si usava sulla Terra un migliaio di anni prima, con pareti ricoperte da vero legno, tavoli con comode poltroncine imbottite e lampadari dell'epoca.
L'unico dispositivo tecnologico moderno erano le cupole acustiche. Potevano essere attivate su richiesta e isolavano le conversazioni che avvenivano attorno al tavolo dal resto della sala, assicurando una riservatezza totale ai commensali. Nessun suono poteva oltrepassare le pareti della cupola acustica, né vi poteva entrare dall'esterno.

Chad entrò puntuale nel ristorante e guardandosi in giro vide Bruce seduto ad in tavolo in un angolo della grande sala. Vi si diresse a grandi passi sorridendo. Bruce si alzò per stringergli la mano e, sorridendo a sua volta, gli disse:
«Benvenuto signor Contrammiraglio!»
Notando il decoro sulla sua uniforme e sentì l'immediata risposta dell'altro:
«Quale onore, signor Primo di Nuova Terra!»
Risero entrambi e cominciarono a raccontarsi a vicenda quello che era successo durante il tempo in cui non si erano più visti. Il discorso cadde sui corpi artificiali e Bruce chiese sorridendo:
«Non hai intenzione di cambiare il tuo corpo con uno eterno e imbattibile?»
Chad si fece serio e rispose:
«Sono convinto che sarà necessario farlo per sopravvivere, ma è una fatto che mi lascia molti interrogativi...»
e aggiunse:
«lo farò proprio quando sarò costretto a farlo per non sparire del tutto da questo pianeta. Tu invece?»
Bruce colse l'occasione che non si aspettava dal suo amico e rispose:
«La penso allo stesso modo e ti dirò che il motivo della mia visita su Uluth riguarda anche questo...»
Allo sguardo interrogativo di Chad proseguì:
«Mi incuriosisce molto il fatto che nelle Antiche Leggi non siano spiegati i motivi del divieto di esplorare gli strati esterni dell'universo, la cui esistenza è provata dagli scienziati. Io cambierò il mio corpo temporaneo proprio all'ultimo momento perchè so che facendolo dovrò lasciare Nuova Terra. Amo molto quel pianeta e non solo perché ci sono nato, come tutti quelli della nostra specie del resto.»
Chad ridivenne allegro per un attimo e disse quasi ridendo:
«Sei affezionato a quelle brutte bestiacce che girano per i boschi del tuo pianeta?»
Ridiventando serio aggiunse:
«Pensi di trovare delle risposte qui su Uluth?»
Bruce decise di chiarire le sue intenzioni completamente:
«Vorrei parlare personalmente con l'Ammiraglio Gordon o con qualcuno dei suoi più stretti collaboratori di allora.»
Dopo una breve pausa in silenzio, Chad gli chiese guardandolo, serio, negli occhi:
«Che cosa chiederesti all'Ammiraglio?»
Bruce non ebbe esitazioni:
«Gli chiederei innanzitutto i motivi del divieto di esplorare gli strati esterni dell'universo. Le Antiche Leggi sono state promulgate ai suoi tempi e forse anche con il suo contributo. E poi...»
allo sguardo interrogativo dell'amico, proseguì deciso:
«Nell'archivio di Nuova Terra ho trovato per caso un frammento di un ologramma, che faceva parte di un'informazione e che, evidentemente per errore, non era stata cancellata completamente. Come sai bene, la Federazione invia periodicamente dei funzionari per aggiornare gli archivi locali di tutti i pianeti. Da quel frammento mi sembrò di capire che L'Ammiraglio avesse dato la caccia per molto tempo a degli esseri incorporei che esistevano in uno strato esterno.»
Chad si fece serio:
«Interessante...»
e aggiunse pensieroso:
«Non sarà facile trovare l'Ammiraglio. L'ultima notizia su di lui l'ho avuta per caso, da un ufficiale mio sottoposto che lo aveva visto assieme ad altri imbarcarsi su un vecchio Ranger diretto su un pianeta di S-102, attraverso una Porta del pianeta Govhlor. Ma questo deve essere successo almeno un anno fa.»
Bruce provò a chiedere:
«Pensi di riuscire a ottenere informazioni più recenti sull'Ammiraglio?»
L'amico con un tono dubbioso rispose:
«Posso provare, anche se non credo sarà una cosa facile rintracciarlo. Comunque interessa anche a me questo argomento e per cominciare darò un'occhiata negli archivi della flotta, per lo meno fino al livello che il mio grado lo permetterà.»
Si lasciarono con una stretta di mano e con la promessa reciproca di rimanere in contatto.










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